I saldi di “inizio” stagione

CSALDI NEGOZI MILANO’è crisi, molte aziende sono sparite, altre sono in difficoltà. Le famiglie hanno sempre meno denaro da spendere ed il commercio piange lacrime di sangue, spesso comprensibili e giustificate, in certi casi, no. Molti dicono che questo  Natale abbia registrato uno dei più grossi cali nelle vendite da decenni a questa parte, e ci credo.

Tuttavia, per fortuna ci sono i saldi, sono loro che possono ridare fiato alle casse asfittiche di molti commercianti. I benedetti saldi di “fine” stagione che io, al contrario, definisco i maledetti saldi di “inizio” stagione.

I TG nazionali presentano l’avvento dei saldi in prima notizia, quasi fosse quello di un messia che, spinto dalla sua magnificenza e bontà, ogni tanto ridiscende sulla terra per riportare giustizia tra gli uomini poveri e di buona volontà. Ed ecco che si vedono, nelle grandi città, file interminabili di fronte ai negozi del centro, tipo quelle per il pane nei paesi dell’Est, ai tempi della Cortina di ferro. Code e cose da non credere.

Passeggiando nella nostra città non si notano certo file, ma le vetrine di abbigliamento sparano pure loro sconti da capogiro, del 30-50-70 %, che mi fanno alquanto riflettere.

Prima di tutto, e lo capirete dal titolo, credo sia assurdo, nella prima settimana di gennaio, fare riferimento alla fine stagione, quando il freddo deve ancora arrivare, a pochi giorni dal Natale.

Lungi da me dal fare i conti in tasca agli altri, ma mi domando, come è possibile fare sconti del 50-70 % se non grazie ad un prezzo di partenza iniziale fuori dalla grazia di Dio? Subito dopo, tuttavia, ricordando i testi universitari di economia, mi acquieto pensando che il prezzo non lo fa il commerciante, bensì il mercato, laddove domanda e offerta di un bene si incrociano. Bah… sarà così…

Di certo, però, ciò non mi soddisfa comunque, sognando, forse da idealista, un mondo in cui il rapporto tra il commerciante e l’acquirente sia assolutamente fiduciario, basato sulla serietà e sulla correttezza. Invece no, sembra quasi che oggi comprare un prodotto sia una specie di gioco d’azzardo, una lotta tra furbi, quasi per la sopravvivenza, dove l’acquirente deve cercare momenti propizi o filoni d’oro, mentre il commerciante sfruttare al massimo gli attimi di debolezza dei propri clienti. Ma santo Dio, se fossi un commerciante, quale più grande soddisfazione ci sarebbe, oltre a quella di portare avanti la mia attività tra le enormi difficoltà che oggi si incontrano e di realizzare quindi un giusto profitto, se non quella di vedere un cliente fiero e soddisfatto del proprio acquisto?

Se io acquisto un capo di abbigliamento la vigilia di Natale a 400 €, e il 4 gennaio me lo ritrovo in vetrina a 200 €, cosa debbo pensare? Che io sono un allocco o che il negoziante è molto più “furbo” di me? Probabilmente e tristemente entrambe le cose…

Una volta i saldi erano a marzo e se qualcuno comprava qualcosa per Natale sapeva che la pagava un po’ di più ma ce l’aveva tre mesi prima dei saldi di fine stagione, quella vera, quando già si respira aria di primavera. Oggi solo uno sciocco può comprare nel periodo natalizio. Andando avanti così e ragionando con un briciolo di logica o dovremo festeggiare il Natale nei primi di giorni di gennaio o, magari più probabilmente, i saldi inizieranno il 15 dicembre. Non vedo altre soluzioni, visto che ormai siamo in guerra economica e commerciale.

Concludo queste mie riflessioni con l’ennesimo elogio alla Apple, di cui ammiro la strategia commerciale: prodotti di assoluta qualità, costosi, ma con una garanzia assoluta. Se li vuoi, li paghi a quel prezzo. Sempre ed ovunque. Che bello!

Francesco Zaccagni, 06/01/2014