RETRIBUZIONI E MANCATE RESTITUZIONI DEI GRILLINI: UN FALSO PROBLEMA

Le retribuzioni dei politici sono state introdotte dal grande Pericle, ad Atene, a fondamento e garanzia dell’esercizio della democrazia. Questa dava modo a tutti di esercitare il ruolo di parlamentare e contrubuire alla democrazia e al governo della città. Altrimenti, solo i ricchi avrebbero potuto esercitare determinati ruoli.
Ciò premesso, vado controcorrente a ciò che tanto oggi infiamma il “popolaccio” e vi dico che di questa polemica sul M5S me ne frego, perché il problema delle retribuzioni dei parlamentari è un FALSO PROBLEMA. A mio avviso se un ministro, o un semplice parlamentare, fosse realmente efficace con atti e leggi che migliorano lo Stato e risolvono i problemi della gente, me ne fregherei se restituisce o meno metà stipendio. Lo stipendio potrei pure raddoppiarglielo o triplicarglielo, ad esempio, se mi dimezzasse la durata dei processi, la disoccupazione giovanile, ecc.
In una qualsiasi azienda anche il manager più scalcinato percepisce almeno almeno 5.000/7.000 euro al mese. Ma deve risolvere problemi, raggiungere obiettivi, insomma essere efficace, altrimenti va a casa. Lo Stato oggi è l’azienda più complicata da gestire e vorremmo risolverne i problemi abbassando le retribuzioni dei parlamentari? Quale è il manager idiota e masochista che andrebbe a fare il parlamentare, percependo meno di ciò che guadagna nel proprio lavoro, prendendosi tanti vaffanculo? Nessuno.
Il VERO PROBLEMA oggi è che i parlamentari sono lì, pagati bene, ma non decidono sia per incapacità sia perché vogliono essere rieletti. E per essere rieletti solitamente è preferibile non fare nulla che tolga consenso, cioè è meglio non decidere.
Per questo, da elettore PD, apprezzo molto il vincolo dei due mandati del M5S, almeno consecutivi. Se un politico non ha la possibilità di fare carriera in politica, molto probabilmente cercherà di agire più per il bene del paese e meno per il proprio consenso.