COME RIUSCÌ SAN FRANCESCO A PARLARE CON GLI UCCELLI?

Alessandro Barbero al Festival del Medioevo di Gubbio ci ha raccontato un San Francesco inedito. Uno tosto con sé ma soprattutto con gli altri. Uno con cui non si poteva discutere. Un personaggio scomodo. E ci svela pure una versione alternativa (forse più verosimile) della chiacchierata con gli uccelli.
Una storia diversa di un grande Santo, in un’ottica più umana, con pregi e difetti molto simili ai nostri. Una storia che poi il suo narratore, Bonaventura da Bagnoregio, ci ha riportato in forma molto più edulcorata oltre che miracolosa. Questi 5 minuti che ho filmato sono esemplari.

IL CORSO CHE NON C’E’ PIU’

Rispetto a quando ero ventenne io (anni ‘90), oggi manca una fetta importantissima di gente, perché è cambiata la socialità delle persone. Sto parlando di coloro che andavano sul corso come me, solo per vedersi e incontrarsi. Le vasche. Il corso a quel tempo era sempre chiuso come ora ed era servito dagli stessi parcheggi, ma era sempre pieno di persone di tutte le età, dagli adolescenti agli ultracinquantenni. Tutti i giorni dell’anno dalle 18 alle 20 nei feriali e tutto il giorno nei festivi. Poi si sa, quando un luogo è pieno di gente, attira altra gente, e viceversa.
Oggi siamo in un circolo vizioso. Nessuno per vedersi va più sul corso. Qualcuno si accontenta di chattare nei social, qualcuno va altrove. A quel punto non essendoci più la gente, i negozi chiudono, rendendo il luogo ancor meno attraente.
Bisogna fare qualcosa per invertire la tendenza, ma oltre a tutte le cose emerse nell’articolo, bisognerebbe fare una cosa difficilissima: cambiare la testa e le abitudini alla gente che è sempre più pigra di fronte a un mondo sempre più tecnologico, ma triste.

LA MIA ESPERIENZA IN CONSIGLIO PROVINCIALE

Con la seduta di ieri mattina si è conclusa la mia esperienza da Consigliere della Provincia di Perugia. Nonostante la legge in vigore abbia tolto molta dignità al ruolo dei rappresentati politici provinciali (oltre che azzerato del tutto la retribuzione!), sono stati tre anni nei quali ho dato come mio solito il massimo, cercando di far coesistere l’impegno politico in Provincia con quello in Comune, oltre che quello professionale.
L’inopportunità dell’attuale legge è dimostrata dall’importanza che continua ad avere la Provincia di Perugia per i numerosi comuni, tra cui Gubbio, in materie come viabilità, scuole e beni patrimoniali. I risultati di questo triennio sono noti e consultabili.
Dal punto di vista personale, è stata un’esperienza molto proficua, avendo potuto apprezzare e conoscere persone nuove (sia politici che dipendenti dell’ente), consiglieri e sindaci di altri comuni, condividere idee e visioni diverse che sono sempre motivo di crescita.
È stata certamente una consgiliatura di successo, visto che la nostra presidente Stefania Proietti è stata individuata come candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione alle prossime elezioni. Conoscendo la sua caparbietà e preparazione, sono sicuro che sarebbe un’ottima guida per l’Umbria. C’è proprio bisogno di una come lei.
Prima, però, domenica 29 settembre si voterà per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Nel fare i migliori auguri ai colleghi consiglieri Moreno Landrini e Scilla Cavanna per essere riconfermati, a Cesare Carini che è l’unico socialista in lista, non posso non evidenziare un grande vuoto. Si tratta dell’assenza di un candidato eugubino, nonostante ora il centrodestra abbia la maggioranza a Gubbio e la lista dei loro candidati per le prossime provinciali sia composta di soli 9 elementi su 12 disponibili. Non sarebbe stato impossibile eleggere qualcuno. Peccato.

LA MIA ESPERIENZA IN CONSIGLIO PROVINCIALE

Con la seduta di ieri mattina si è conclusa la mia esperienza da Consigliere della Provincia di Perugia. Nonostante la legge in vigore abbia tolto molta dignità al ruolo dei rappresentati politici provinciali (oltre che azzerato del tutto la retribuzione!), sono stati tre anni nei quali ho dato come mio solito il massimo, cercando di far coesistere l’impegno politico in Provincia con quello in Comune, oltre che quello professionale.
L’inopportunità dell’attuale legge è dimostrata dall’importanza che continua ad avere la Provincia di Perugia per i numerosi comuni, tra cui Gubbio, in materie come viabilità, scuole e beni patrimoniali. I risultati di questo triennio sono noti e consultabili.
Dal punto di vista personale, è stata un’esperienza molto proficua, avendo potuto apprezzare e conoscere persone nuove (sia politici che dipendenti dell’ente), consiglieri e sindaci di altri comuni, condividere idee e visioni diverse che sono sempre motivo di crescita.
È stata certamente una consgiliatura di successo, visto che la nostra presidente Stefania Proietti è stata individuata come candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione alle prossime elezioni. Conoscendo la sua caparbietà e preparazione, sono sicuro che sarebbe un’ottima guida per l’Umbria. C’è proprio bisogno di una come lei.
Prima, però, domenica 29 settembre si voterà per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Nel fare i migliori auguri ai colleghi consiglieri Moreno Landrini e Scilla Cavanna per essere riconfermati, a Cesare Carini che è l’unico socialista in lista, non posso non evidenziare un grande vuoto. Si tratta dell’assenza di un candidato eugubino, nonostante ora il centrodestra abbia la maggioranza a Gubbio e la lista dei loro candidati per le prossime provinciali sia composta di soli 9 elementi su 12 disponibili. Non sarebbe stato impossibile eleggere qualcuno. Peccato.

CALCIO D’ARABIA: MEGLIO I SOLDI O LA GLORIA?

Cambiare squadra oggi è normale, non esistono più le bandiere come un tempo. E i soldi sono importanti, non bisogna fare gli ipocriti.
Quello che però non riesco a capire è come un grande giocatore come Osimhen, a soli 25 anni e avendo vinto poco, scelga di chiudere (almeno per ora) con il calcio che conta.
Posso capire chi sceglie i soldi a fine carriera, come CR7 o Messi, dopo aver vinto tutto, ma a 25 anni no.
È la sconfitta dello sport e dell’agonismo nei confronti dell’avidità senza limiti.
A volte mi domando: c’è una differenza sostanziale tra guadagnare 10 o 40 milioni a stagione?

GLI SCACCHI GIOCO PER VECCHI !?

Assolutamente no! Voglio sfatare questo luogo comune. Ho 52 anni e ancora a scacchi tengo duro anche con i più giovani. E’ sicuramente più facile restare competitivi rispetto a sport fisici come calcio o ciclismo, seppure anche tra questi sport vi sono differenze.
Eppure le statistiche parlano chiaro: ad alto livello agonistico gli scacchi sono uno sport quasi esclusivamente per giovani. Tra i primi 100 giocatori del mondo, solo 14 hanno più di 40 anni.
Sarebbe anche da chiedersi perché tra i primi 100 non ci sia nessuna donna (la prima è la cinese Yifan Hou, 111^) ma questo è un altro argomento, in parte collegato a questo dell’età, che approfondirò più avanti.

PIÙ GRAVE TOGLIERE LA LIBERTÀ A UN INNOCENTE CHE LASCIARE LIBERI 10 DELINQUENTI

Nell’immagine ho accostato due facce quasi opposte della stessa medaglia. Sono il simbolo di una giustizia italiana che certamente non funziona. Da una parte un uomo, ex detenuto, liberato dopo aver passato 32 anni ingiustamente in carcere. Dall’altra un gioielliere che la giustizia ha pensato di farsela da solo, probabilmente esasperato da precedenti rapine, ma compiendo vere e proprie esecuzioni a sangue freddo.
La giustizia in Italia è spesso debole con i forti e forte con i deboli, le pene raramente vengono rispettate e nonostante ciò le carceri sono sempre più affollate.
Ho riflettuto molto su questi due eventi, provando pure ad immedesimarmi nelle varie situazioni: a mio avviso è molto più grave togliere la libertà a un innocente che lasciare liberi dieci delinquenti. Ora chi lo ripaga a Zuccheddu per i 32 anni rubati?

IL FATTORE TEMPO È DECISIVO

Negli scacchi spesso è la cura del dettaglio che fa vincere le partite, ma esiste il fattore tempo che ne limita la possibilità di perfezionarlo.
Sia in termini materiali, ossia il tempo indicato dall’orologio, visto che se lo finisci perdi a prescindere dalla posizione sulla scacchiera.
Sia in termini strategici, ossia il tempo di sviluppo dei pezzi, visto che è fondamentale che questi siano attivi ed entrino nel cuore del gioco prima possibile.
Negli scacchi ad alto livello chi gioca passivo perde al 100%, anche se non commette errori.
Non solo negli scacchi…

IL CALCIO MODERNO SPIEGATO DALLE EMOZIONI DI FEDERICO

Mio figlio Federico, 9 anni a dicembre, è ovviamente interista come me e come tutti i ragazzini tende ad idolatrare il goleador. Alcuni anni fa era Mauro Icardi, aveva la sua maglietta N.9 e, se segnava con gli amici, esultava come lui con le mani vicino alle orecchie. Quando fu venduto fu un dramma. Pianti a dirotto e vera disperazione, nonostante io non fossi molto dispiaciuto perché avevo capito sia il personaggio che il suo procuratore e cercavo di rincuorarlo: “Chico, tranquillo, Icardi faceva casino e poi adesso ne compriamo uno più forte!”.
La sua disperazione, però, durò per giorni. Arrivarono Lautaro Martinez e Romeliu Lukaku e, appena cominciarono a mietere gol a grappoli, Icardi finì presto nel dimenticatoio.
Ieri, sono stato molto in difficoltà nel comunicare a Federico che Lukaku era stato venduto, forse anche perché questa volta sono molto rattristato pure io. Eppure la sua reazione lì per lì mi ha sbalordito: “Babbo, chi compriamo ora?”. Insomma, se ne va un giocatore unico, un vero leader, una “brava” persona e Federico se lo lascia scivolare via come se partisse un Gagliardini qualsiasi? Questo mi ha fatto molto riflettere e purtroppo mi ha portato alla triste conclusione di un calcio romantico che non esiste più. Io che per anni da bambino mi sono fatto i capelli come Rummenigge, mi rendo conto che un ragazzino oggi è costretto ad innalzare subito le proprie barriere immunitarie contro i tradimenti, calcistici e non. Un ragazzino di 8 anni oggi sa bene che non può legarsi a nessuno perché contano solo i soldi e i procuratori. Certamente, però, un calcio senza bandiere é un calcio molto più povero che non so per quanto ancora potrà reggere. Perché senza sentimenti e senza tifosi il giocattolo si rompe e finisce.

OLIMPIADI 2020: CHE BELLO GLI USA CHE ROSICANO!

Per certi versi, le rosicate di americani e inglesi accrescono ancor più la gioia per queste storiche vittorie italiane nell’atletica in queste Olimpiadi di Tokio 2020.
Tuttavia, mi infastidiscono soprattutto degli USA due cose:
1) si sentono i primi della classe per atto dovuto nella velocità, anche se ormai sono 17 anni che non vincono l’oro olimpico nei 100 metri piani.
2) Se gli USA si sentono i più veloci al mondo, è solo grazie ai loro atleti di colore, nonostante nella vita quotidiana i neri siano ancora oggetto di razzismo, in una società così classista che più classica non si può.
Insomma, i neri sono americani solo quando corrono, saltano, fanno canestro o mettono gli altri pugili KO.

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