IL CORONAVIRUS E LA DECRESCITA (IN)FELICE

Finalmente, dopo 3 settimane forzate di chiusura totale, possiamo avere un assaggio di quella che sarebbe la tanto agognata “DECRESCITA FELICE”.
Il traffico di automobili quasi azzerato ha ridotto al minimo le polveri sottili. Nei cieli i voli sono pressoché spariti, salvandoci dalle famigerate scie chimiche. Sono chiuse anche gran parte delle fabbriche che “infestano” il territorio nazionale, portando le emissioni al tanto desiderato “IMPATTO ZERO”.
A parte tutte le comodità che ci riserva la tecnologia, come videochiamate, computer, TV, simulatori, viaggi virtuali, si è tornati più o meno all’epoca preistorica. Certo, siamo tutti in angosciante attesa di un vaccino, che le spietate multinazionali farmaceutiche stanno affannosamente studiando. Ovviamente lo fanno solo per denaro, si sa. Mica perché vogliono salvare l’umanità… Tra l’altro, sia l’industria della tecnologia che quella farmaceutica sono lobby potenti, altrettanto inquinanti e dannose per l’ambiente. Facciamo così, aspettiamo il vaccino al Covid-19 e poi chiudiamo pure queste.
Insomma, dicevo, siamo come gli uomini preistorici, chiusi nella nostra comoda caverna e usciamo solo per stretta necessità, soprattutto per procurarci del cibo. Io stesso ho constatato che mi lavo molto meno, faccio la barba solo ogni 3 giorni (prima la facevo tutti i giorni), indosso gli stessi pantaloni della tuta da due settimane. Per ora riesco a lavorare da casa, partecipando alle riunioni dell’ufficio a volte in mutande. Ecco, le mutande. Quelle continuo a cambiarmele quotidianamente, ma prima o poi le eliminerò del tutto, non appena non faremo più le riunioni online coi colleghi. Tanto, tutto finirà.
A casa la clava di solito la tiene mia moglie e me la dà insieme alla mascherina solo quelle poche volte che esco durante la settimana, perché fuori è pericoloso. Una situazione ideale, si mangia, si beve e si dorme. Si sta solo a contatto con i propri cari. Ci si conosce pure meglio. A volte si legge, ma mi rendo conto che leggere non è necessario per sopravvivere e quindi smetto immediatamente. Magari, quando sarà inverno userò i libri come combustibile.
Mi domando, fino a quando potrà durare questa pacchia? Se anche dovesse finire, mi raccomando, continuiamo a tenere le fabbriche chiuse, auto e aerei fermi, così potremo continuare a respirare, felici, a pieni polmoni.