IL CORSO CHE NON C’E’ PIU’

Rispetto a quando ero ventenne io (anni ‘90), oggi manca una fetta importantissima di gente, perché è cambiata la socialità delle persone. Sto parlando di coloro che andavano sul corso come me, solo per vedersi e incontrarsi. Le vasche. Il corso a quel tempo era sempre chiuso come ora ed era servito dagli stessi parcheggi, ma era sempre pieno di persone di tutte le età, dagli adolescenti agli ultracinquantenni. Tutti i giorni dell’anno dalle 18 alle 20 nei feriali e tutto il giorno nei festivi. Poi si sa, quando un luogo è pieno di gente, attira altra gente, e viceversa.
Oggi siamo in un circolo vizioso. Nessuno per vedersi va più sul corso. Qualcuno si accontenta di chattare nei social, qualcuno va altrove. A quel punto non essendoci più la gente, i negozi chiudono, rendendo il luogo ancor meno attraente.
Bisogna fare qualcosa per invertire la tendenza, ma oltre a tutte le cose emerse nell’articolo, bisognerebbe fare una cosa difficilissima: cambiare la testa e le abitudini alla gente che è sempre più pigra di fronte a un mondo sempre più tecnologico, ma triste.

LA MIA ESPERIENZA IN CONSIGLIO PROVINCIALE

Con la seduta di ieri mattina si è conclusa la mia esperienza da Consigliere della Provincia di Perugia. Nonostante la legge in vigore abbia tolto molta dignità al ruolo dei rappresentati politici provinciali (oltre che azzerato del tutto la retribuzione!), sono stati tre anni nei quali ho dato come mio solito il massimo, cercando di far coesistere l’impegno politico in Provincia con quello in Comune, oltre che quello professionale.
L’inopportunità dell’attuale legge è dimostrata dall’importanza che continua ad avere la Provincia di Perugia per i numerosi comuni, tra cui Gubbio, in materie come viabilità, scuole e beni patrimoniali. I risultati di questo triennio sono noti e consultabili.
Dal punto di vista personale, è stata un’esperienza molto proficua, avendo potuto apprezzare e conoscere persone nuove (sia politici che dipendenti dell’ente), consiglieri e sindaci di altri comuni, condividere idee e visioni diverse che sono sempre motivo di crescita.
È stata certamente una consgiliatura di successo, visto che la nostra presidente Stefania Proietti è stata individuata come candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione alle prossime elezioni. Conoscendo la sua caparbietà e preparazione, sono sicuro che sarebbe un’ottima guida per l’Umbria. C’è proprio bisogno di una come lei.
Prima, però, domenica 29 settembre si voterà per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Nel fare i migliori auguri ai colleghi consiglieri Moreno Landrini e Scilla Cavanna per essere riconfermati, a Cesare Carini che è l’unico socialista in lista, non posso non evidenziare un grande vuoto. Si tratta dell’assenza di un candidato eugubino, nonostante ora il centrodestra abbia la maggioranza a Gubbio e la lista dei loro candidati per le prossime provinciali sia composta di soli 9 elementi su 12 disponibili. Non sarebbe stato impossibile eleggere qualcuno. Peccato.

LA MIA ESPERIENZA IN CONSIGLIO PROVINCIALE

Con la seduta di ieri mattina si è conclusa la mia esperienza da Consigliere della Provincia di Perugia. Nonostante la legge in vigore abbia tolto molta dignità al ruolo dei rappresentati politici provinciali (oltre che azzerato del tutto la retribuzione!), sono stati tre anni nei quali ho dato come mio solito il massimo, cercando di far coesistere l’impegno politico in Provincia con quello in Comune, oltre che quello professionale.
L’inopportunità dell’attuale legge è dimostrata dall’importanza che continua ad avere la Provincia di Perugia per i numerosi comuni, tra cui Gubbio, in materie come viabilità, scuole e beni patrimoniali. I risultati di questo triennio sono noti e consultabili.
Dal punto di vista personale, è stata un’esperienza molto proficua, avendo potuto apprezzare e conoscere persone nuove (sia politici che dipendenti dell’ente), consiglieri e sindaci di altri comuni, condividere idee e visioni diverse che sono sempre motivo di crescita.
È stata certamente una consgiliatura di successo, visto che la nostra presidente Stefania Proietti è stata individuata come candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione alle prossime elezioni. Conoscendo la sua caparbietà e preparazione, sono sicuro che sarebbe un’ottima guida per l’Umbria. C’è proprio bisogno di una come lei.
Prima, però, domenica 29 settembre si voterà per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Nel fare i migliori auguri ai colleghi consiglieri Moreno Landrini e Scilla Cavanna per essere riconfermati, a Cesare Carini che è l’unico socialista in lista, non posso non evidenziare un grande vuoto. Si tratta dell’assenza di un candidato eugubino, nonostante ora il centrodestra abbia la maggioranza a Gubbio e la lista dei loro candidati per le prossime provinciali sia composta di soli 9 elementi su 12 disponibili. Non sarebbe stato impossibile eleggere qualcuno. Peccato.

CALCIO D’ARABIA: MEGLIO I SOLDI O LA GLORIA?

Cambiare squadra oggi è normale, non esistono più le bandiere come un tempo. E i soldi sono importanti, non bisogna fare gli ipocriti.
Quello che però non riesco a capire è come un grande giocatore come Osimhen, a soli 25 anni e avendo vinto poco, scelga di chiudere (almeno per ora) con il calcio che conta.
Posso capire chi sceglie i soldi a fine carriera, come CR7 o Messi, dopo aver vinto tutto, ma a 25 anni no.
È la sconfitta dello sport e dell’agonismo nei confronti dell’avidità senza limiti.
A volte mi domando: c’è una differenza sostanziale tra guadagnare 10 o 40 milioni a stagione?

GLI SCACCHI GIOCO PER VECCHI !?

Assolutamente no! Voglio sfatare questo luogo comune. Ho 52 anni e ancora a scacchi tengo duro anche con i più giovani. E’ sicuramente più facile restare competitivi rispetto a sport fisici come calcio o ciclismo, seppure anche tra questi sport vi sono differenze.
Eppure le statistiche parlano chiaro: ad alto livello agonistico gli scacchi sono uno sport quasi esclusivamente per giovani. Tra i primi 100 giocatori del mondo, solo 14 hanno più di 40 anni.
Sarebbe anche da chiedersi perché tra i primi 100 non ci sia nessuna donna (la prima è la cinese Yifan Hou, 111^) ma questo è un altro argomento, in parte collegato a questo dell’età, che approfondirò più avanti.

CON IL SOLO TURISMO SI MUORE DI FAME!

La salute viene prima di tutto, ma parlando di sviluppo economico e visione politica, l’attuale pandemia ha sbattuto in faccia a tutti un’amara evidenza. Impostare la strategia di una nazione, di una regione o di una città solo sul turismo è quanto di più sbagliato, miope e sconveniente si possa fare.
Quante volte ho sentito dire con grande superficialità:
“Dobbiamo puntare tutto sul turismo!”
“Tutto sul turismo il cazzo!” dico io…
Il turismo è importantissimo e deve essere uno dei settori su cui investire, ma non solo su quello, perché è fragilissimo.
Noi eugubini ne sappiamo qualcosa. Nel 2016 è bastata una forte scossa di terremoto a Norcia, cioè a oltre 100 km da Gubbio, che il turismo anche nella nostra città è stato azzerato per due anni.
Ora con il Covid-19 non ne parliamo.
La strategia migliore è diversificare, esaltando ovviamente le proprie peculiarità.

L’ORGANIZZAZIONE ALLA FINE VINCE SEMPRE!

Nel calcio, così come in economia, in politica e pure nella vita in generale, alla fine vince. È ciò che ho pensato quando ieri il Bayern ha vinto la sua sesta Coppa dei Campioni (io la chiamo così), rispettando il pronostico.
Una società seria che guarda numeri e dati, senza farsi prendere dalle emozioni, con un ottimo bilancio e soprattutto in ordine, rispetto a tanti altri grandi club europei pieni di debiti. Emblematico il fatto che a farne le spese sia proprio uno stellare e costosissimo PSG, in cui le numerose stelle (alcune pure in panchina) non sono state in grado di prevalere sulla “grigia” organizzazione tedesca. Un’organizzazione perfetta, senza tanti fronzoli, “alla tedesca” appunto, che si è permessa di vincere un triplete semplicemente sostituendo l’allenatore, esonerato mesi fa, con il suo vice.
Non c’è nulla da fare, se segui certe regole, programmazione, numeri, dati, ragione e scienza, non ti fai trasportare troppo dalle emozioni e dalla gente, alla fine i risultati ti daranno ragione. Ma ci vuole intelligenza, forza, coraggio, tenuta psicologica, mentalità, grande rispetto delle regole e delle istituzioni per poterlo fare, non cercando facili consensi e spesso andando pure contro ciò che chiederebbero i tifosi e il popolaccio.
Certo, si può vincere anche in altro modo, ma sarà certamente più dispendioso e più raro.
NOTA BENE: questo mio ragionamento vale “paro, paro” per la gestione dello Stato.

SIAMO SICURI CHE LA BICI ELETTRICA È GRANDE AMICA DELL’AMBIENTE ?!

La bici elettrica è diventata oggi il simbolo della mobilità sostenibile, in quanto riduce il traffico senza emissioni inquinanti e stimola il movimento anche dei più pigri. Insomma, una bella soluzione per salvaguardare ambiente e salute, che ora sta andando molto di moda ed è incentivata anche da vari governi, tra cui quello italiano.
Da parte mia non posso che gioire di ciò, auspicando una mobilità cittadina prevalentemente a pedali, tuttavia il boom di questo innovativo mezzo di trasporto mi ha portato ad alcune considerazioni che spero possano far riflettere chi legge.

COME È FATTA UNA E-BIKE E COME È ALIMENTATA?

Le componenti principali sono il TELAIO, che può essere fatto di vari metalli, tra cui acciaio, alluminio, carbonio, ottenuti da produzioni industriali certamente tra le più impattanti ed energivore. Poi abbiamo le RUOTE, costituite dai cerchi che sono in metallo e dai copertoni che sono per la quasi totalità in gomma sintetica, che è un derivato del PETROLIO. Inutile ricordare come l’industria petrolifera sia anch’essa tra le più impattanti del pianeta.
Infine abbiamo la BATTERIA: le migliori e più diffuse sono al litio, ma ne esistono anche al piombo o al nichel. Esse sono il frutto di un altro settore industriale che, come ogni altra attività umana, ha certamente impatti sull’ambiente. Le batterie tra l’altro presentano il problema ancora non risolto dello smaltimento post-utilizzo. Non va sottovalutato il fatto che le batterie si alimentano con ENERGIA ELETTRICA, notoriamente “pulita” solo dove si utilizza, in quanto prodotta per oltre il 70% bruciando combustibili fossili, CARBONE, METANO, OLIO COMBUSTIBILE, tra i maggiori responsabili del surriscaldamento della terra.

VENGO AL DUNQUE!

Tutti vogliamo bene all’ambiente e ci piace dichiararci sostenibili. Abbiamo raggiunto un livello di benessere e qualità della vita elevato in cui è impossibile fare a meno di certi beni e prodotti che sono frutto del progresso, della ricerca, dell’industria e della tecnologia. Tutto sta a produrli bene, in modo massimamente sostenibile, e a farne un utilizzo equilibrato. Abbiamo visto come anche una bici elettrica, ritenuta a ragione oggi grandissima amica dell’ambiente, abbia i suoi inevitabili impatti.
Evitiamo facili e inutili ipocrisie, altrimenti, per coerenza, l’alternativa è rivoluzionare il nostro modello di sviluppo e tornare nelle caverne.

SENZA PRINCIPIO DI LEGALITÀ NON C’È STATO NÉ LIBERTÀ

Il principio di legalità è la colonna portante di ogni stato libero e democratico per una civile convivenza. Se esiste una legge, essa va rispettata.
Ogni legge costituisce una restrizione di libertà, ma al tempo stesso la garanzia, a tutela di tutti i cittadini, che una certa azione si possa compiere con la modalità prevista.
Costruire un’abitazione, fare una vacanza al mare, aprire un’attività commerciale, acquistare un telefono, ecc.
In pratica, non si può dire “Questa legge è ingiusta e io non la rispetto” o viceversa “Tu rispetti la legge, ma non puoi farlo lo stesso” a seconda delle proprie convinzioni e opinioni.
Se salta il principio di legalità, lo Stato smette di esistere, così come i cittadini.

CON L’INGANNO SI PUÒ VINCERE UNA BATTAGLIA, MA SI PERDE LA GUERRA!

I fichi secchi sono tra i miei cibi preferiti specialmente quando vado in bici. Comodi, buoni ed energetici.
Così l’altro giorno ho acquistato questa confezione di “fichi secchi scelti”, attratto dalla bella pezzatura che si vedeva dalla pellicola trasparente. Appena aperta la scatola, ho scoperto l’inganno. Insomma, erano “scelti” solo i 6 fichi secchi visibili, gli altri erano mediocri. Che senso ha questa strategia commerciale basata sull’inganno del consumatore? Col cavolo che li ricompro!
In generale, l’inganno paga nel breve, ma perde di sicuro nel medio-lungo periodo, perché tanto la verità prima o poi viene a galla.

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