Ho notato che il senso civico e la voglia di lavorare sono inversamente proporzionali alle ore e alla intensità di sole di cui i popoli usufruiscono. In compenso, dove c’è il sole la gente è più sorridente.
Difficilmente sbaglia questa “regola”. Insomma, più sole c’è e meno si ha voglia di lavorare e meno si rispettano le regole, ma si ride di più.
Le motivazioni nascono comprensibilmente da ragioni reali, ma ormai sono connaturate nei popoli. Rare sono le eccezioni.
I ladri esistono ovunque, anche negli scacchi. “Rubare” è spesso frutto della propria insoddisfazione, dell’invidia, delle frustrazioni dovute a desideri e aspettative inappagate.
C’è pure chi ruba per necessità o per fame, ma spesso certi gesti vengono commessi da chi vuol primeggiare a tutti i costi sugli altri, per potere, ricchezza, forza e abilità.
Per un agonista, fare di tutto per vincere è giusto e necessario nello sport, così come nella vita, ma vanno rispettate le regole e gli avversari. Altrimenti non si tratta di una vittoria, ma di un furto. Tra l’altro sarebbe poco soddisfacente, perché resterebbe sempre la consapevolezza di non essere realmente il più forte, ma solo il più furbo.
Un’ultima riflessione: la grandezza di un vincitore si vede nella capacità di perdere e di saper riconoscere la sconfitta.
Riflettevo come l’uomo tenda sempre a pensare e ad agire in piccolo anziché in grande. Per esempio, in molte città italiane tra cui Gubbio, il 26 maggio ci saranno le elezioni comunali oltre a quelle europee.
Ebbene, nonostante le prossime elezioni europee potrebbero cambiare le sorti dell’Europa e quindi la sua storia, assumendo quindi un’importanza epocale nel dibattito tra europeisti e sovranisti, nei comuni in cui c’è il doppio voto, l’attenzione dei cittadini è rivolta al 90-95% alle elezioni amministrative.
E’ vero che per le comunali si mettono in moto centinaia di cittadini-candidati, ma in realtà anche gli elettori non coinvolti tendono a guardare quasi esclusivamente il proprio orticello, non rendendosi conto che, per quanto possa essere importante avere un buon sindaco e bravi consiglieri, il destino economico e sociale di ogni città si decide prevalentemente altrove. #elezioni2019
Dialogo realmente accaduto tra me e mia moglie.
SILVIA: “Francesco, se vai al supermercato prendi anche le mele”.
FRANCESCO: “Le mele non le riprendo, perché tanto non le mangiate”.
SILVIA: “Non le mangio perché quelle che ci sono sono andate a male”.
FRANCESCO: “E’ il contrario. Le mele sono andate a male perché non le mangiate!”
Per quanto gli ideali politici siano ormai un lontano ricordo, la grande magia politica del M5S è quella di saper far credere al proprio elettorato di sinistra che il governo che ora stanno appoggiando NON sia di DESTRA.
La grande forza della LEGA, invece, è quella di saper imporre e far apprezzare i propri ideali di estrema destra anche a ignari quanto orgogliosi elettori di sinistra.
NIMBY e NIMTO sono due sigle inglesi che descrivono sindromi tipicamente italiane.
La prima, la NIMBY (Not In My Back Yard) “NON NEL MIO CORTILE” attanaglia molti cittadini che osteggiano certe attività o quanto meno ne contrastano l’esercizio nel proprio territorio. Ad esempio quasi tutti hanno l’auto alimentata a gasolio o benzina, ma nessuno vorrebbe una raffineria nel proprio comune di residenza.
La seconda, la NIMTO (Not In My Terms Of Office) “NON DURANTE IL MIO MANDATO” è ciò che anima l’attività di molti politici che si rifiutano di prendere decisioni giuste ma impopolari. Molti magari le condividono nei presupposti, nella virtuosità, ma consci che porterebbero a una perdita di consenso, ne rinviano la decisione e l’approvazione.
Si tratta di fenomeni socio-politici molti diffusi che stanno facendo regredire l’Italia a terzo mondo, con un solo merito: non avremo più l’emergenza migranti, perché i migranti, tra poco, saremo noi.
Le retribuzioni dei politici sono state introdotte dal grande Pericle, ad Atene, a fondamento e garanzia dell’esercizio della democrazia. Questa dava modo a tutti di esercitare il ruolo di parlamentare e contrubuire alla democrazia e al governo della città. Altrimenti, solo i ricchi avrebbero potuto esercitare determinati ruoli.
Ciò premesso, vado controcorrente a ciò che tanto oggi infiamma il “popolaccio” e vi dico che di questa polemica sul M5S me ne frego, perché il problema delle retribuzioni dei parlamentari è un FALSO PROBLEMA. A mio avviso se un ministro, o un semplice parlamentare, fosse realmente efficace con atti e leggi che migliorano lo Stato e risolvono i problemi della gente, me ne fregherei se restituisce o meno metà stipendio. Lo stipendio potrei pure raddoppiarglielo o triplicarglielo, ad esempio, se mi dimezzasse la durata dei processi, la disoccupazione giovanile, ecc.
In una qualsiasi azienda anche il manager più scalcinato percepisce almeno almeno 5.000/7.000 euro al mese. Ma deve risolvere problemi, raggiungere obiettivi, insomma essere efficace, altrimenti va a casa. Lo Stato oggi è l’azienda più complicata da gestire e vorremmo risolverne i problemi abbassando le retribuzioni dei parlamentari? Quale è il manager idiota e masochista che andrebbe a fare il parlamentare, percependo meno di ciò che guadagna nel proprio lavoro, prendendosi tanti vaffanculo? Nessuno.
Il VERO PROBLEMA oggi è che i parlamentari sono lì, pagati bene, ma non decidono sia per incapacità sia perché vogliono essere rieletti. E per essere rieletti solitamente è preferibile non fare nulla che tolga consenso, cioè è meglio non decidere.
Per questo, da elettore PD, apprezzo molto il vincolo dei due mandati del M5S, almeno consecutivi. Se un politico non ha la possibilità di fare carriera in politica, molto probabilmente cercherà di agire più per il bene del paese e meno per il proprio consenso.