La vita è piena di imprevisti, a volte pure piacevoli, ma purtroppo molto spesso negativi. In certi casi, non possiamo far altro che subirli, in quanto non prevedibili e soprattutto non rimediabili.
In realtà, nella maggior parte dei casi, un evento negativo non è altro che frutto di un proprio errore e proprio per questo evitabile. Il problema è che spesso le situazioni negative della vita vengono vissute con irrazionalità e superficialità, pensando più a piangersi addosso anziché a rintracciarne le cause per evitarne il ripetersi. E qui ci sarebbe tanto da lavorare.
Utilizzando il tennis come metafora, un imprevisto irrimediabile negativo può essere considerato “l’ace”: battuta a 180 Km/h e impossibilità di prendere la pallina. Quindi, in questo caso come in altri sport, a volte si subiscono punti o sconfitte per gesti tecnici perfettamente eseguiti dall’avversario.
Al contrario, negli scacchi non funziona mai così. Ogni risultato è esclusivamente frutto della propria condotta, tanto che sempre di più considero questo sport una rappresentazione logica e accelerata della vita, da cui trarne spesso insegnamento.
Una partita a scacchi, infatti, non è altro che “una battaglia contro l’errore”, come amava ripetere il famoso Grande Maestro Xavier Tartakover, tanto da fare dell’errore una vera e propria apologia. È proprio la constatazione, la comprensione, lo studio e la risoluzione dell’errore che permettono il miglioramento di se stessi.
Negli scacchi non esiste la fortuna e quando si vince significa che in qualche modo si è stati superiori all’avversario (per un miglior piano strategico, per la preparazione tattica, per la concentrazione, per la resistenza e per la motivazione, ecc). Si sarà sicuramente felici per la vittoria, ma non si potrà certo utilizzare la partita per migliorare il proprio livello di gioco.
Viceversa, ogniqualvolta si perde, si è certamente commesso un errore, piccolo o grande che sia. Anche se l’avversario è molto più forte, significa che abbiamo sbagliato qualcosa noi e non che abbia mosso perfettamente lui!
Rintracciare l’errore, analizzarlo, comprenderlo e trovarne la soluzione significa accrescere la propria conoscenza scacchistica e quindi diventare più forti. Le partite a scacchi, come le situazioni nella vita, sono in alcuni frangenti ripetitive. Sapere con certezza come comportarsi alla 13^ mossa del “Gambetto di Donna”, dopo una determinata mossa dell’avversario, significa essere più forti di un giocatore che conosce la variante fino alla 12^ mossa…
Nelle varie situazioni che la vita ci propone quotidianamente si potrebbero fare esempi analoghi, ma purtroppo sono pochi coloro che pongono attenzione agli errori. Alcuni neanche se ne accorgono, pensando che il reiterarsi di eventi negativi a loro danno sia frutto della propria sfortuna cronica. Altri, peggio ancora, spesso ravvedono l’errore ma, addossandolo quasi sempre agli altri e trovando per sé stessi mille alibi, non lo risolvono mai.
Pertanto, benvenuti siano gli errori, purché siano compresi, analizzati e risolti. È un lavoro molto faticoso, ma va fatto, altrimenti è preferibile… non sbagliare.
Francesco Zaccagni