pepolo“Legno per dritto, donna per piano, areggono ‘l mondo sano… Arcordete sempre!…”   E’ questa una frase, “scolpita” nella mia memoria rivoltami, nel tentativo di spiegarmi un po’ di carpenteria, da Luca Alunno, al secolo Pepolo.  Proveniente da una delle famiglie di più grande tradizione edile eugubina, Pepolo racchiude in se’ tutti i segreti, gli aneddoti, i modi di dire e di fare del muratore eugubino.  Semplice e spontaneo in tutte le sue espressioni può vantare nella sua formazione professionale, intrapresa già in tenera età, oltre a suo padre Aleandro, maestri del calibro del Tacche, di Vittorio Baldelli, ecc.  In tutto ciò facilitato da un fisico robusto, spalle enormi, mancanza di collo, braccia lunghe e forti, capaci di sopportare una mole di lavoro che non ha eguali.  “Soooo!!!!…” urla, incitando chi lo coadiuva nell’atto di elevare oggetti a volte fuori portata umana…

Naturale e scontata la trasposizione di suddette doti al servizio di una delle sue innate passioni: il cero di San Giorgio. “Ceppo” per antonomasia, figlio di capodieci nonché di uno dei presidenti dell’Università Muratori, già capitano dei ceri, dà il suo fondamentale apporto da anni nella Calata dei Neri. “Me c’han buttato!!!…”  è solito mormorare quando, per la spontaneità dell’atto, lo si ritrova nei posti più in evidenza del cero. Nel 2012 tira la brocca in piazza Grande come primo capodieci, emulando suo padre Aleandro.

Oramai più che quarantenne, nel pieno delle forze, non tralascia mai, lui lavoratore incallito, di spronare i componenti della sua ditta, senza mai però perdere l’umiltà e diventare padrone oppressivo. Ad un suo anziano collaboratore, che vedeva da alcuni minuti menare il can per l’aia nel tardo pomeriggio, spostando qua e là o un mazzolo o una caldaiola, si dice sia solito chiedere: “Fernando, que cerchi, le cinque???”  Diretto, senza tergiversare, affronta le varie situazioni con la mente di chi, non considerando la forma, punta solo alla sostanza. Ed in qualsiasi città si trovi, Pepolo, che raramente si allontana dalla “città di pietra”, si comporta come fosse a casa sua.

Dopo una lunga nottata brava, trascorsa a Riccione col Boccino e ‘l Doppietta, arsi dalla sete, dopo aver cercato a lungo qualsiasi cosa da bere, alle 7 notano un barista che stava proprio in quel momento tirando su la saracinesca. Subito Pepolo, contento e deciso: “Me date tre aranciate?!”  Il barista con tutta calma, indossando il grembiule, domanda: “Dolce o amara?” Lui: “Dolce, va bene…” L’altro: ” Alla spina o in bottiglia?” “Va bene a al spina!…” E ancora: “Grande o piccola?” Lui, sempre più assetato ed impaziente: “Datecela come ce l’ete, basta che ce la date!!!”  Il barista, con esasperante calma e precisione: “Sui bicchieri di carta o di vetro?” Pepolo finalmente: ” Oh, ce la vui da’ o no, Dio Maccarone!?!?!?!”   Analogamente, in un Autogrill, senza aver fatto prima lo scontrino, affamato chiede: “Me date ‘n panino co’ la mortadella?” “Dovrebbe fare prima lo scontrino, signore…” “Va bene, ma quant’è?” “5000 lire!” Pepolo sbalordito: “‘Na Madonna, ma quanto la fate  a l’etto quassù la mortadella?!”

Altra sua grande passione, oltre al cero, è la caccia. Cresciuto nella scuola venatoria di vecchi marpioni del calibro di Gerardo Angeloni, Paolo ‘l Sagrestano, fa di Villamagna la sua zona di caccia. Anche se poi, insieme al suo compagno Doppietta, re dei setter da grande cerca, va spesso a finire a tarallucci e vino, tanto che, il giorno dell’apertura, il momento più atteso è il pranzo a base di tagliatella col sugo d’oca e … vino.  Eh si, il vino, bevanda tipo del muratore, che a suo dire fa perdere la ragione a chiunque, anzi la fa pretendere anche da chi non ce l’ha. Una domenica mattina, commentando alcuni episodi di…intolleranza avvenuti la sera prima, che ci avevano visti tristemente coinvolti, saggiamente ha ammesso:“Tanto Zaccagni, quando c’ènno de mezzo i bichieri del vino, c’emo sempre ragione noialtri!…”  Che saggio…come dargli torto?

Unico neo, di incerta motivazione, è l’avversità nei suoi confronti, lui buono e generoso, da parte di Sandro del forno. “Tanto ‘l peggio bandito è Pepolo!” brontola il piccolo grande fornaio… Qualcuno pensa sia il fatto di contendersi il comune amico Fabrizio Doppietta, ma in realtà nessuno se lo spiega. Chissà perché… Certo che ora non siamo in grado di evidenziare i reali motivi, forse il segreto di tale antipatia risale alla notte dei tempi. Chissà… ai posteri l’ardua sentenza…

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