Chiamato anche Gioge o più frequentemente Zurla, rappresenta uno degli elementi più schietti e rappresentativi dell’arte panettiera eugubina. Nato, vissuto e cresciuto (poco per la verità…anche se i suoi 160 cm rappresentano un coacervo di grinta, potenza, rapidità ed ignoranza!) nel popolare quartiere di San Martino, sin dalla nascita ha saputo sottrarsi ad un destino solo apparentemente aspro con lui. Infatti, come lui stesso racconta “durante la guerra enno cadute tre bombe: una a la Branca, una du’ c’è l’elicottero de Colojacomo e una sun casa mia…”, una scheggia da piccolo gli ha procurato una leggera cavità dietro l’orecchio destro, recandogli anche qualche piccolo difetto di vista. Avrebbe potuto fare il pensionato a vita ma, dice fiero “io ‘nte la vita ho lavorato e basta…” E non poco dico io che frequento di notte il suo luogo di lavoro, punto fisso per gli ultimi nottambuli senza meta della nostra città. Famoso per la sua impulsività, manifesta soprattutto per la sua grande passione, il cero di Sant’Ubaldo, questa sua grande dedizione al lavoro emerge anche nei momenti più impensati. Più volte, infatti lo si è sentito dichiararenell’accingersi a scazzottarsi per questioni a lui molto care “Oh, si dovemo fa’ a cazzotti, famoce subito, ché io c’ho da gi a fa ‘l pane!” Sicuramente fuori dall’ottica di qualsiasi compromesso, non ammette le mezze misure che, per lui sono i sintomi della vigliaccheria e della falsità. La sua chiarezza d’idee, peraltro sempre all’insegna dell’onestà e della purez za, non sarebbe potuta venir meno nella politica. Sandro infatti non è sicuramente un moderato, ma espone fiero “Io so de la Rossana, so de Rifondazione Armata fino ai denti” aggiungendo a volte persino di essere“anartico”, con tutti gli ideali di libertà collegati a tale filosofia politica.
A parte, come detto, la sua grande passione ceraiola, altra grande attività con cui si riversa con tutto se stesso, è la cinofilia e precisamente l’addestramento di cani da grande cerca, passione che ha trasmesso al suo grande pupillo Fabrizio, detto anche “Doppietta”. Conosciuto da tutto l’ambiente cinofilo (basti citare Lombardi, Rovini, ‘L Racano) per le sue già citate doti e virtù, oltre che per le sue crostate, alcuni suoi esemplari di setter e di pointer hanno raggiunto ottimi piazzamenti e goduto di ottima fama. Ma, come già si era intuito per la storia della bomba durante la guerra, la sfortuna ed il destino si sono spesso abbattuti contro il nostro amato fornaio, tanto che ha dovuto più volte subire nel momento di maggiore fama dei suoi cani furti ed avvelenamenti degli stessi. Batoste che ancora non gli hanno permesso di coronare il suo grande sogno “Io prima de morì vojo fa’ ‘n cane campione, se no ‘nmoro contento…”. Batoste che avrebbero steso addirittura un toro, ma Sandro è sempre lì,“su la breccia…” Anche perché poi, come lui stesso dice “ma tanto io ‘nmoro!…”, Sandro avrà tempo e farà un cane campione… E noi di questo ne siamo sicuri!…