aurelio_primo_pianoAurelio Passeri, a mio parere, rappresenta l’estro ed il genio eugubino che, in una formidabile simbiosi, si manifestano e si materializzano sotto forma di arte.

Numerose sono le sue sculture di gran pregio, tutte in evidente stile classico-realistico, che traspirano la sua straordinaria sensibilità per la vita e amore per la sua città. Riguardo allo stile, Elio (per gli amici) non ha mezze misure, non risparmiando critiche ai fautori dell’arte moderna e contemporanea: “Ah cocco mio, ta me st’arte moderna me fa ride! Guarda che manine che c’ha ‘sta bambina c’ho scolpito… Guarda che unghiette! Ce vole più a fa’ ‘na mano de ‘n pezzo mio che tutta n’opera de st’altri… Adesso ènno tutti Picasso: fanno du’ scarabocchi e dicono ch’è ‘n capolavoro! Te stravolgono tutto, ma per me nn’ènno boni e basta…”.

In ogni modo, Aurelio Passeri, è, prima ancora di essere uno scultore, un eugubino purosangue, estremo difensore delle tradizioni culturali ed architettoniche  della sua città, ed è questo l’aspetto che più di ogni altro mi ha colpito di lui. Più volte, incontrandolo per strada, mi ha manifestato quanto gli stiano a cuore le pietre della sua città, che, sono sicuro, lui conosce a memoria. E quasi sempre il discorso cade sugli intonaci che, sempre di più, stanno occultando quelle pietre che (e come dargli torto!) sono la vera essenza della nostra città. A tale riguardo non nasconde il suo rammarico per come Gubbio, nettamente il centro storico più bello ed autentico dell’Umbria, sia impoverita al cospetto di altri comuni umbri concorrenti: “Fratello, nn’hi capito!?! Perugia ce vole amazza’, ancora n’cha perdonato tutte le botte che J’emo dato a l’epoca dei comuni… Te guarda Assisi, che furbi: noialtri c’emo le pietre autentiche e le coprimo co sto cazzo de ‘ntonaci, loro c’aveano solo gl’intonaci e ce mettono le pietre!!!”aurelio_Santo

Per delineare un quadro più chiaro della figura estrosa, lucida e geniale del nostro personaggio è necessario tirare in ballo le sue arcinote concezioni politiche, non certo moderate, decisamente di sinistra. Infatti Aurelio, contrariamente a molti artisti che di solito sono musoni e taciturni, è un abile oratore che riesce sempre, anche nelle situazioni più intricate e difficili, a destreggiarsi da maestro.
Ammiratore a spada tratta della Russia esalta tutto quanto, ideologicamente o fisicamente, le appartenga. Non conoscendo la provenienza di uno splendido esemplare di Harley Davidson (nota motocicletta americana), è famoso aver intrattenuto tale dialogo con il proprietario della stessa, al fine di ricavarne informazioni:
Aurelio:   “Bella ‘sta moto! Guarda che tubi…”
L’altro  “Si ènno belli!”
Aurelio: “Guarda che motore!”
L’altro: “E’ 1200 de cilindrata…”
Aurelio: “Che telaio, guarda quanto ferro, miga nn’ènno ‘ste moto giapponesi… Ma da du viene?”
L’altro: “E’ americana, è bella ‘n bel po’…”
Aurelio: “Si, si, ma guarda che serbatoio piccolo: e du ce vai!?!”

Pioniere dei no global, Aurelio incarna ideali di grande avversità ad ogni forma di consumismo e di americanizzazione. Emblematica è la sua affermazione sui simboli del capitalismo:
“Du’ è arivata la cingomma e la coca cola, ha rovinato lo stomico e la cultura de tutti i popoli…”

Proseguendo con la navigazione del sito, accetti l'utilizzo dei cookie presenti in esso. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a navigare questo sito cliccando su "Accetta" acconsenti al loro utilizzo.

Chiudi